Negli ultimi anni Jean-Marie Straub, in collaborazione con Barbara Ulrich e altri amici, ha girato una serie di cortometraggi sull’opera di autori molto noti (tra cui Kafka, Pavese, Montaigne e Barrès). Questa serie di cortometraggi ha avuto inizio con il film O somma luce (2010), in cui un uomo (Giorgio Passerone), seduto su un aratro, recita gli ultimi versi del XXXIII canto del Paradiso di Dante. Musica, parole, alberi, nuvole, rumori, ma soprattutto la luce richiamano “la fine del paradiso terrestre,” come dice Straub, dove il materiale e lo spirituale cessano di essere opposti. Peter Kammerer e Giorgio Passerone hanno dedicato il loro colloquio alla forza visionaria e al rigore formale del film di Straub e dei versi di Dante.
Giorgio Passerone è professore di Letteratura italiana all’Università di Lille 3. Dopo gli studi universitari nel periodo della rivolta dei movimenti vissuto a Genova, espatria a Parigi alla fine degli anni 70 per seguire il seminario di Gilles Deleuze che scriverà la prefazione al suo libro La linea astratta. Pragmatica dello stile (Guerini, 1991). E’ il traduttore italiano di Mille Plateaux di Deleuze-Guattari. Tra le sue pubblicazioni: Dante. Cartographie de la vie (Kimé, 2001), Portulan. Gênes Carte politique et poétique (Presses du Septentrion, 2004, edito con Carlo Arcuri), Passages pasoliniens (Presses Universitaires du Septentrion, 2006, scritto insieme a René Schérer). Dopo il 2007 collabora con Jean-Marie Straub, anche come attore (O somma luce e Sciacalli e Arabi). Questo incontro è alla base del suo ultimo libro: Un lézard. Le cinéma des Straubs (Presses Universitaire du Septentrion, 2014).
Peter Kammerer, nato a Offenburg, vive in Italia da molto tempo dove ha insegnato Sociologia all’Università di Urbino. Si occupa del problema dell’immigrazione e del rapporto tra arte e politica. Ha pubblicato libri su Bertolt Brecht, Antonio Gramsci, Heiner Müller, Pier Paolo Pasolini e Jean-Marie Straub. Il lavoro più recente (con E. Krippendorff e W. D. Narr) si intitola Franz von Assisi. Zeitgenosse für eine andere Politik (Patmos Verlag 2008); e ha anche curato il volume: Pier Paolo Pasolini: Afrika, letzte Hoffnung (Corso-Verlag 2011).
Manuele Gragnolati è professore di letteratura italiana all’Università di Oxford, dove è Fellow del Somerville College. Vive tra Oxford e Berlino e collabora con l’ICI Berlin, presso cui svolge il ruolo di Associate Director. Il suo primo libro è Experiencing the Afterlife: Soul and Body in Dante and Medieval Culture (Notre Dame University Press 2005) e l’ultimo Amor che move. Linguaggio del copro e forma del desiderio in Dante, Pasolini e Morante (il Saggiatore 2013). Ha diretto diversi progetti e pubblicato e curato diversi volumi su corporeità, desiderio e linguaggio in Dante e nel Medio Evo e su estetica, sessualità e politica in Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante e altri autori del Novecento.
In English
With
Manuele Gragnolati
Peter Kammerer
Giorgio Passerone
Organized by
ICI Berlin
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