Milano: ilSaggiatore, 2017



Atlante delle sirene è un libro da sfogliare, da gustare attraverso tutti i sensi. Stampe, dipinti, antichi vasi e codici miniati, e ancora poemi, racconti fantastici, resoconti di viaggi agli estremi confini della Terra tessono l’arazzo che rappresenta il mondo delle sirene, da cui lasciarsi rapire e trasportare in epoche e mari remoti eppure vicinissimi.

Le sirene sono un mito senza tempo. Le abbiamo avvistate nei versi di Omero e in quelli di Rilke, ne abbiamo ascoltato il canto nelle pagine di Joyce e nella musica di Wagner, le abbiamo ritrovate nei flutti del Mediterraneo e nelle acque perigliose di oceani lontani. Occorre una mappa per non smarrirsi in una simile geografia, che rassomiglia a volte a un labirinto, e in questo Atlante Agnese Grieco ci guida con mano esperta di nocchiere alla scoperta di queste creature leggendarie, delle loro origini, delle infinite metamorfosi del loro canto.

Dalle sirene che tentarono Ulisse sulla via del ritorno a Itaca a quelle che ammaliarono Henry Hudson e la sua ciurma durante il viaggio nelle gelide acque del Mar Glaciale Artico, dalle sirene che danzano fra i pentagrammi di Debussy a quelle che compaiono nel bel mezzo di Manhattan nel film Splash, non c’è fine alle cronache, alle opere d’arte, agli aneddoti che Agnese Grieco esplora in queste pagine, di ciascuno mostrando i lati più reconditi. Come nella biblioteca di Borges, ogni storia sembra rimandare a un’altra, e poi a un’altra, e a un’altra ancora: perché, più di tutto, le sirene sono il simbolo imperituro della nostra tensione, umana troppo umana, all’infinito.